I mestieri del futuro si tingono di verde

I mestieri del futuro
I mestieri del futuro
Un’indagine di Unioncamere, svolta nel 2020 in accordo con l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, ha analizzato i fabbisogni espressi dalle imprese di profili professionali legati alla green economy. Insieme al settore informatico, le competenze legate all’ambiente e alla sostenibilità sembrano essere quelle maggiormente richieste

I mestieri del futuro

Gli effetti della transizione verso la sostenibilità incidono nell’economia e nella società con importanti trasformazioni anche nel mercato del lavoro. È indubbio che si stanno aprendo nuove opportunità per i settori emergenti legati alle tecnologie rinnovabili e ai prodotti e ai servizi sostenibili.

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Un report dell’Organizzazione internazionale del lavoro del 2018 ha evidenziato che il raggiungimento dell’obiettivo fissato dall’accordo di Parigi comporterebbe la creazione di 24 milioni di posti di lavoro a fronte dell’eliminazione di sei milioni di unità entro il 2030, con un netto positivo della transizione energetica pari a 18 milioni di posizioni a livello globale. In questo scenario sono fondamentali politiche energetiche e ambientali sul mercato del lavoro, con l’individuazione e la preparazione di competenze professionali nuove, in grado di accelerare il processo di transizione. I sistemi d’istruzione e formazione professionale rivestono un ruolo chiave e devono essere revisionati e integrati con nuovi curriculum formativi per la preparazione di inedite figure professionali.

Si tratta di un contesto in cui risulta di particolare interesse lo studio messo a punto da Unioncamere per analizzare il fenomeno della green economy, in sinergia con l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal) utilizzando il sistema informativo Excelsior.

I mestieri del futuro: le prospettive

I “lavori verdi” si riferiscono a impieghi che mirano a salvaguardare il pianeta e il suo benessere, cercando di sostenere lo sviluppo senza però impattare in modo negativo sull’ambiente. Sono lavori che comprendono professioni specifiche richieste per soddisfare i nuovi bisogni della green economy e professioni da riqualificare per rispondere alle mutate esigenze del mercato e delle macro tendenze della sostenibilità. Nel 2020 sono state rilevate più di 1,1 milioni di entrate programmate dalle aziende per i green job, pari al 35,7% del totale, un dato in aumento di un punto percentuale rispetto al 34,7% del 2019.

L’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale continua a ricoprire un ruolo molto importante nelle richieste delle imprese: per i circa 2,6 milioni di ingressi nel mondo del lavoro, nel 79,3% dei casi la competenza green è ritenuta necessaria per svolgere la professione, mentre per il 38,3% del totale, il grado di importanza di questa competenza è considerato elevato.

Tra le professioni per cui è richiesta una elevata competenza green ci sono ingegneri civili (per il 68,7% delle assunzioni), ingegneri elettronici e specializzati in telecomunicazioni (63,4%), tecnici della gestione di cantieri edili (62,7%), idraulici e posatori di tubazioni idrauliche e di gas (60,6%), tecnici della sicurezza sul lavoro (54,5%), cuochi in alberghi e ristoranti e ingegneri energetici e meccanici (52,8%).

I mestieri del futuro: costruzioni e meccatronica

Nel 2020 i comparti che si sono distinti sia per la numerosità delle entrate sia per la rilevanza dei profili per cui sono necessarie le competenze green sono le costruzioni e la meccatronica, in continuità con il passato, e il settore dei servizi avanzati alle imprese che nel corso del 2020 si è contraddistinto per il notevole incremento della quota di richiesta di competenze green rispetto all’anno precedente. In particolare, nel settore delle costruzioni sono richieste competenze green pari a circa l’82% delle entrate, nella meccatronica all’82,7% e nei servizi avanzati di supporto alle imprese all’84,8%. Tutti e tre i settori sono particolarmente sensibili alle transizioni tecnologica ed ecologica, e quindi potranno essere maggiormente interessati dalle politiche espansive nazionali ed europee.

I mestieri del futuro: la domanda

Se il divario nelle richieste di attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale non è eccessivamente marcato tra i green job e le altre professioni, si registrano differenze elevate tra i due gruppi nelle quote di entrate per le quali le competenze per il digitale vengono richieste dalle imprese con un grado elevato di importanza. Nel dettaglio, molto richiesta è la competenza digitale (utilizzo di tecnologie web e capacità di gestire e produrre strumenti di comunicazione visiva e multimediale). È una competenza considerata molto importante per il 25,4% delle entrate connesse ai green job contro il 19,9% delle altre professioni. La differenza più marcata nelle richieste delle aziende si rileva per la capacità di gestire soluzioni innovative applicando tecnologie digitali ai processi aziendali, anche in linea con quanto previsto nel pacchetto «Industria 4.0».

Guardando alle competenze trasversali, si evidenzia il differenziale di quota della richiesta con elevata importanza della capacità di affrontare e risolvere le criticità, che per i green job è superiore di 6,7 punti percentuali rispetto alla quota richiesta alle altre professioni.

INDUSTRIA E TRASPORTI

Le incidenze maggiori di entrate programmate relative ai green job per l’industria si rilevano nelle costruzioni (85,4%, +3,4 punti percentuali rispetto al 2019), nelle industrie della gomma e materie plastiche (85,2%, +4,%), nella meccanica (85,1%, +0,7% e nella metallurgia (83,9%, +5,6%). Per quanto riguarda i servizi, i trasporti e la logistica presentano l’incidenza più elevata di entrate di personale green, il 74,1%, pari a oltre 183 mila unità. Il settore dei trasporti viene infatti considerato strategico per la green economy per le attività connesse all’aumento dell’efficienza e alla riduzione dell’impatto ambientale dei differenti metodi di trasporto, inclusi autotrasporti e trasporto di massa. (L.M.)

IN CIMA ALLA LISTA? LO CHEF A CHILOMETRO ZERO

Una professione per cui è sempre più richieste la preparazione in ambito di sostenibilità è lo chef. In fase di selezione vengono preferite figure che pongono una maggiore attenzione alla riduzione degli sprechi alimentari, a un uso efficiente delle risorse energetiche e delle materie prime e che impiegano marchi di qualità e produzione a chilometro zero. (L.M.)

 

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