Textilsharing: noleggiare fa bene all’ambiente

Nachdem Ihre Berufskleidung gewaschen und getrocknet sowie repariert oder ersetzt wurde, sorgen die Mitarbeiterinnen und Mitarbeiter an der Legemaschine dafür, dass die saubere Kleidung perfekt gelegt bei Ihnen im Betrieb ankommt.

È da lineare a circolare la transizione verso modelli alternativi, nei quali la condivisione si delinea come formula ecologica basata sul principio del riutilizzo. Un esempio su tutti è il noleggio degli abiti da lavoro, detto Textilsharing. Si tratta di una pratica che si inserisce nel concept di economia circolare legato all’ esigenza di conciliare lo sviluppo economico e tecnologico con il rispetto per l’ambiente. In risposta a questa esigenza MEWA, tramite le sue 45 sedi in tutta Europa, fornisce alle aziende panni, abbigliamento da lavoro e protettivo, tappeti assorbi olio e zerbini, incluso il servizio di lavaggio, riparazione, stoccaggio e logistica. L’intera attività MEWA, di cui ci ha parlato Velko Winters, amministratore delegato della sede italiana, ruota intorno al concetto di circolarità e di riutilizzo e l’azienda è considerata pioniera del Textilsharing.

 

Economia circolare dal 1908

Il lavaggio dei panni è effettuato con tecnologie e prodotti ecologici

La crescente domanda di materie prime che naturalmente non sono disponibili all’infinito, nonché l’impatto della produzione sul consumo di energia, sulle emissioni di CO2 e sul clima ci costringono a cercare soluzioni alternative allo schema tipico dell’economia lineare “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”. Tutto questo oggi è molto chiaro, ma stupisce scoprire che un’idea pionieristica di economia circolare fosse già presente in nuce in Germania nel 1908. «Un brillante e lungimirante imprenditore tedesco, Hermann Gebauer, nel pieno del boom industriale dell’epoca ebbe un’idea geniale: sostituire ai panni in carta o stracci usa e getta per la pulizia industriale un panno in tessuto di qualità, che può essere lavato molte volte. Oggi MEWA si assume l’intera gestione, dalla fornitura al ritiro dei panni sporchi, al lavaggio con tecnologie e prodotti ecologici, alla riconsegna».

 

Tecnologie ecosostenibili

Tutte le tecnologie e gli impianti di lavaggio MEWA sono stati studiati internamente per ridurre il più possibile l’impatto ambientale. Per questo motivo l’azienda adotta una speciale tecnologia a cascata in cui l’acqua proveniente dal processo di lavaggio e risciacquo principale viene filtrata, trattata e riutilizzata. Questo sistema a circuito chiuso riduce il consumo di acqua fino al 50% rispetto ai processi convenzionali. «Grazie a ulteriori sviluppi, MEWA ha migliorato la tecnologia del trattamento delle acque reflue a tal punto che può raggiungere un grado di depurazione del 99,8%. In termini di protezione delle acque, MEWA va quindi ben oltre i requisiti di legge e gli standard industriali».

I consumi energetici vengono ottimizzati grazie a un’asciugatrice a più stadi e alla valorizzazione termica delle sostanze impure derivate dal lavaggio dei panni che contribuiscono a coprire fino all’80% dell’energia necessaria per i processi di lavaggio e asciugatura. Condivisione, risparmio delle risorse e sostenibilità sono quindi i trend che consentiranno di guardare al futuro con maggior ottimismo, seguendo il motto “Sharing is caring”. E Il Textilsharing gioca un ruolo rilevante in ambito industriale.

 

I vantaggi di condividere, anche in ambito B2B

Il sistema di gestione MEWA

Un cambio di valori sta caratterizzando la nostra epoca: la consapevolezza che, per utilizzare qualcosa, non occorra necessariamente possederla, ma sia più conveniente, per molti motivi, noleggiarla o condividerla. Dalle auto alle attrezzature da giardino, dagli appartamenti alla musica, è in atto una tendenza in molti ambiti della vita privata e professionale. «Non è il possesso di un bene che rende soddisfatti, perché comporta una serie di oneri. Condividere rende più liberi, più leggeri e offre maggiore flessibilità. MEWA ha colto lo spirito del tempo: Textilsharing è un modo nuovo per definire un’attività che di fatto MEWA porta avanti dal 1908. Perché fin da allora opera in base all’ idea che sia più economico, più ecologico e più conveniente per un cliente non possedere i panni e gli indumenti da lavoro, ma noleggiarli, sempre puliti e pronti per l’uso». MEWA si occupa di tutto: li lava, li ricondiziona e gestisce gli aspetti logistici. Un circolo virtuoso di gestione dei servizi tessili, in cui confluiscono i concetti, perfettamente integrati fra loro, di Textilsharing e di Textil-Management, che sottolinea il modo con cui questo modello viene concretamente attuato.

«Chi utilizza senza possedere è più libero e agisce un modo più flessibile, può scegliere, rispettando naturalmente gusti e necessità specifiche, tra un’ampia gamma di prodotti tessili forniti e gestiti da MEWA, professionista del Textilsharing. Questa formula gli consente di concentrarsi tranquillamente sul proprio core business».

 

Sostenibilità a 360°

Velko Winters, amministratore delegato della sede italiana di MEWA

Il modello circolare e il principio del riutilizzo MEWA svolgono un doppio ruolo ai fini della protezione dell’ambiente: il riutilizzo dei prodotti tessili consente di risparmiare risorse primarie e di ridurre la produzione di rifiuti, e il lavaggio industriale efficiente consuma meno risorse del lavaggio domestico. «Questo modello di Textilsharing comporta anche la condivisione di competenze con il cliente, che si riflettono in un ulteriore vantaggio per l’ambiente. MEWA, infatti, gestisce per il cliente l’intero asset dei tessili aziendali, garantendo il rispetto delle normative e la tutela delle risorse».

La sostenibilità del modello circolare inizia dal prodotto. Il panno MEWA è, infatti, riutilizzabile fino a 50 volte ed è realizzato per il 50% con filati riciclati. Inoltre, nella fase di produzione del panno vengono riutilizzate anche le lanugini di scarto che vengono poi fornite all’industria dell’auto come materiale isolante. «Se non esistesse il sistema dei panni MEWA e si utilizzassero solo panni usa e getta, avremmo un enorme quantitativo in più di rifiuti».

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