Se l’ambiente finisce sugli scaffali: il category management sostenibile

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Nei punti vendita si può riporre massima attenzione all’ambiente. Parola di P&G, al timone di un progetto – il Category management sostenibile - che sfocia in una nuova disciplina per cui la sostenibilità è al centro delle azioni e del modo di operare di aziende, distributori e consumatori

Se l’ambiente finisce sugli scaffali: il category management sostenibile.

Nell’ambito dei prodotti a largo consumo è sempre più forte il bisogno di un cambiamento di approccio da parte di produttori e dei punti vendita per coniugare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica e permettere all’industria, al distributore e al consumatore di fare scelte sempre più responsabili. La soluzione a questa necessità arriva da Procter & Gamble, con l’istituzione del category management sostenibile (Cms), un nuovo approccio scientifico, basato sull’analisi del ciclo di vita dei prodotti di largo consumo. Scopo è fornire, da un lato, alle aziende strumenti concreti e analisi per rendere la sostenibilità un cardine della competitività e elemento centrale nel proprio modo di operare, mentre, dall’altro, ai consumatori, informazioni utili per essere maggiormente consapevoli dell’impatto ambientale dei prodotti di uso quotidiano.

Il nocciolo è analizzare il ciclo di vita del prodotto, quindi calcolarne in modo analitico e sistematico l’impronta ambientale e sociale, a partire dalle fasi di estrazione delle materie prime passando alla produzione, alla distribuzione, all’uso e allo smaltimento, per capire dove intervenire con azioni migliorative.

«Con il category management sostenibile» – ha spiegato Paolo Grue, presidente e amministratore delegato di P&G Italia – «proponiamo di evolvere uno strumento di business mirato alla sostenibilità economica a un approccio che ne integri la sostenibilità ambientale e sociale. È una nuova disciplina che può essere utilizzata in qualsiasi settore merceologico e che propone pochi punti fermi: un metodo scientifico che parte dal life cycle assessment, la metodologia più solida per calcolare l’impatto ambientale; l’intenzionalità nel conseguire risultati misurabili in ottica di categoria nell’area economica e ambientale/sociale; la volontà di educare i consumatori, ma anche il personale commerciale, sui comportamenti sostenibili per le specifiche categorie».

 

I protagonisti

Promotore del progetto è la filiale italiana di Procter & Gamble, multinazionale i cui prodotti sono utilizzati da circa 5 miliardi di persone in 150 Paesi nel mondo. L’iniziativa è parte di “P&G per l’Italia”, il programma con cui l’azienda si impegna in concreti progetti di sostenibilità ambientale e sociale in Italia.

L’iniziativa del CMS è stata sviluppata grazie alla collaborazione della scuola superiore Sant’Anna, Sda Bocconi, Wwf Italia ed EIIS – european institute for innovation and sustainability.

«La sostenibilità, ambientale e sociale» – ha dichiarato Paolo Grue – «fa parte del nostro Dna, ma sappiamo anche che su un tema così complesso è fondamentale un impegno orchestrato che faccia leva su competenze ed esperienze diverse. Per questo motivo abbiamo cercato l’aiuto e la collaborazione di alcune delle eccellenze del mondo accademico scientifico, economico e ambientalistico».

 

Il gap con il category management

La “versione sostenibile” del category management punta i riflettori sulla responsabilità di industria e distribuzione nella riprogettazione dei prodotti e dei punti vendita, nonché a educare i consumatori nel fare scelte di acquisto e consumo più sostenibili.

Al processo tradizionale si aggiungono l’identificazione degli hotspot più rilevanti della categoria, l’individuazione delle azioni in grado di ridurre gli impatti ambientali e sociali e di far crescere il business, nonché la misurazione delle azioni a partire dai modelli life cycle assessment (Lca).

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