Le infrastrutture nel Pnrr: un risveglio dietro l’angolo?

Le infrastrutture nel Pnrr:
Le infrastrutture nel Pnrr:
Mobilità e turismo, naturalmente se sostenibili. Un binomio imprescindibile e un obiettivo del Pnrr per i prossimi cinque anni. Un traguardo possibile? Sì, e gli esempi esteri in questa direzione non mancano. Ora anche le risorse destinate al nostro Paese

Le infrastrutture nel Pnrr.

La transizione ecologica guarda alla mobilità e al turismo. Tra gli obiettivi del Pnrr dei prossimi cinque anni è anche: «incrementare l’attrattività del Paese investendo nel sistema turistico e culturale attraverso la modernizzazione delle infrastrutture materiali e immateriali». Un traguardo condiviso e atteso da decenni e che finalmente potrà mettere a sistema l’Italia, tra città d’arte e coste, ma anche borghi storici, aree interne, parchi, archeologia, natura.

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Per la sola mobilità si tratta di 62 miliardi di euro per oltre la metà destinati al Sud e soprattutto per ferrovie (700 chilometri) tra alta velocità (25 miliardi) e reti regionali (cinque miliardi), porti e mobilità ciclistica (3,8 miliardi, di cui 0,2 per ciclabili urbane e 0,4 turistiche). Il resto per rinnovo mezzi (treni, bus, navi) e colonnine elettriche. Altre risorse sono poi anche previste per la messa in sicurezza dell’esistente: strade, ponti, viadotti, infrastrutture spesso datate e non più adatte per struttura/funzioni. Altri stanziamenti concorrenti incrementano le somme sino a oltre 120 miliardi. Ingenti risorse, quindi, da spendere in grande velocità, con tempi/modi mai prima attivati e con attenzione obbligata alla transizione ecologica, obiettivo primo di Recovery fund Eu e Agenda Onu 2030.

Le infrastrutture nel Pnrr: una grande sfida

La sfida è grande, perché costringe alla riconversione di modelli di sviluppo non più sostenibili, e a perseguire una progettazione-realizzazione-gestione integrata tra opere dell’uomo e paesaggio, anche oltre le necessarie mitigazioni/compensazioni, magari contestualmente generando vantaggi/migliorie non solo minor danno ambientale. Come fece la Francia oltre 40 anni fa, quando per la costruzione di 40 nuove autostrade emanò una direttiva che obbligava al miglioramento della diversità e al recupero del degrado ambientale, poi seguita dall’istituzione del «Collegio di esperti di paesaggio e ambiente» diretto dal paesaggista Bernard Lassus.

Le infrastrutture nel Pnrr: imparare dagli altri

E come in diversi altri casi virtuosi che hanno saputo coniugare rigenerazione urbana/paesaggistica alla realizzazione di nuove stazioni ferroviarie, porti, strade e ferrovie dismesse, impostate per essere nuove polarità attrattive per le popolazioni locali e afferenti.

Dalla Promenade Plantee di Parigi alla High line di New York – iconici casi di riconversione di viadotti ferroviari in straordinari parchi lineari – al Jardin Altantique di Parigi o il Canary Warf di Londra (nella foto di apertura) – frequentatissimi parchi pensili costruiti insieme e sopra a binari e stazioni –  ai tanti nodi intermodali  che, anche senza verde, affermano nuovi centri nevralgici per la qualità urbana, tra servizi e leisure, come a Rotterdam, Arnhem, Bilbao, o New York con lo straordinario Oculus di Calatrava. Vere e proprie piattaforme integrate per l’incremento di attrattività, fruibilità, sicurezza, qualità urbana, progetti di paesaggio polifunzionali e flessibilii (spazi coperti-aperti-verde) costruiti attorno all’obiettivo primo (strada, ferrovia eccetera) e contestualmente implementati di altri obiettivi plurimi. Come possibile anche per le tante aree soggette a rischio alluvione/esondazione causa cambiamento climatico, dove mobilità e sicurezza vengono assicurate da sistemi adattivi in grado di incorporare il disturbo, tra waterfront opportunamente realizzati/riconvertiti, percorsi multilivello, passerelle aeree e appositi sponge systems a consentire allagamenti occasionali su aeree a bassa/nulla interferenza antropica. E come ancora per le tante aree (oltre il 90% del territorio italiano) soggette a dissesto idrogeologico e degrado ambientale, dove il progetto di reti per la mobilità necessariamente costituisce occasione di progettazione integrata, aggiungendo alla sicurezza dei percorsi anche obiettivi di riequilibrio ecologico e paesaggistico, bellezza e attrattività dei luoghi attraversati.

Le infrastrutture nel Pnrr: conferme

E che il costruire sostenibile debba avvalersi di specifici e innovativi paradigmi culturali e operativi è confermato anche dal New european bauhaus, programma Eu lanciato in coordinamento con il Recovery fund proprio per definire le best practice per la costruzione del paesaggio rinnovato e di qualità atteso. Obiettivo: «restituire al Pianeta più di quanto si prende» per «lasciare alle next generation Eu un pianeta migliore».

Le parole del presente e dell’immediato futuro

PAESAGGIO

Un sistema vivente ed esprime servizi ecosistemici funzionali alla vita del pianeta. Recovery plan e transizione ecologica mirano a contrastare i disequilibri ambientali e socioeconomici dell’Antropocene e relativi effetti climalterantii. Biodiversità, capitale naturale, capitale umano, equità, sono le keyword su cui convergono i global goal. Cura del paesaggio e reti eco-sociali sono gli strumenti per ricucire il capitale naturale e il capitale umano, e rigenerare genius loci ed economia, anche con progetti per l’accoglienza, mobilità, turismo, benessere, nuove opportunità di lavoro, con e nella natura.

CAPITALE UMANO

È costituito dall’insieme delle conoscenze, competenze, abilità, emozioni, relazioni acquisite durante la vita da un individuo finalizzate al raggiungimento di obiettivi sociali ed economici, singoli e collettivi.

CAPITALE NATURALE 

È lo stock mondiale di risorse naturali, che comprende geologia, suolo, aria, acqua e tutti gli organismi viventi. Alcune risorse di capitale naturale forniscono alle persone beni e servizi gratuiti chiamati servizi ecostistemici ordinati in quattro categorie: supporto alla vita – servizi ecostistemici necessari per la produzione di tutti gli altri sistemi ecosistemici e per la  conservazione (in situ) della diversità biologica e genetica e dei processi evolutivi; regolazione – servizi ecostistemici che comportano benefici diretti e indiretti per l’uomo come la stabilizzazione del clima, il riciclo dei rifiuti; approvvigionamento – servizi ecostistemici che forniscono risorse prodotte dagli ecosistemi naturali e semi-naturali, quali ossigeno, acqua, cibo eccetera; culturali – servizi ecostistemici che contribuiscono al mantenimento della salute umana attraverso la fornitura di opportunità di riflessione, arricchimento spirituale, sviluppo cognitivo, esperienze ricreative ed estetiche.

PES

Sono i pagamenti per servizi ecosistemici e quantificano il valore economico di questi ultimi offerti gratuitamente dal capitale naturale. (F.V.)

(Photo by: Flora Vallone)

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