Il riutilizzo dei polimeri per la circolarità

Il riutilizzo dei polimeri per la circolarità
Il riutilizzo dei polimeri per la circolarità
L’accordo fra I.Blu, Gruppo Iren, e Mapei ha portato allo sviluppo di un tipo di prodotto proveniente da riciclo di imballaggi di plastica da raccolta differenziata. Come funziona e quali prospettive ci sono? Ne parlano i referenti delle due aziende

Il riutilizzo dei polimeri per la circolarità.

Innanzitutto, un primo chiarimento: “economia circolare”, soprattutto nell’ambito del riciclo delle plastiche miste, è forse un’espressione che potrebbe limitare il campo della transizione ecologica e della decarbonizzazione. Meglio, per ampliare le prospettive, affiancarla ad altri due termini, come multi e open. Ne parla Marco Fedrigo, product manager di I.Blu, gruppo IREN, nel presentare l’accordo per la definizione di nuovi asfalti siglato proprio fra IREN – che ha acquisito I.Blu, azienda attiva nel settore della selezione di imballaggi in plastica dalla raccolta differenziata e il loro riciclo – e Mapei, gruppo industriale operativo nel settore della produzione di materiali chimici per l’edilizia.

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IL RIUTILIZZO DEI POLIMERI PER LA CIRCOLARITÀ: IL POTENZIALE

Nel sottolineare le potenzialità dell’accordo, Marco Fedrigo intende infatti allargare il concetto di economia circolare partendo dall’iniziativa attuale per far spazio anche ad altri percorsi virtuosi: «Open, perché cerchiamo di mettere in contatto processi e materiali che solitamente non si parlano e multi perché si mettono in relazione diverse business unit, di altrettante filiere produttive, in modo da aprire il campo a nuove collaborazioni e prospettive».

Facendo un passo indietro, la collaborazione fra I.Blu e Mapei si è consolidata portando, tra le altre, alla realizzazione di pavimentazioni di alcuni tratti autostradali, come la A14, e di alcuni tra i principali scali aeroportuali del territorio nazionale – fra cui il Marco Polo di Venezia, il Falcone e Borsellino di Palermo e l’aeroporto di Trieste – progetti che hanno confermato la validità della tecnologia che ha portato alla definizione di asfalti basati sull’utilizzo di polimeri ricavati dal riciclo delle plastiche miste. «Gli asfalti additivati con compound termoplastici – conferma Gilberto del Zoppo, Road Engineering Manager di Mapei – realizzano pavimentazioni più performanti, sicure e sostenibili. I polimeri incrementano, infatti, la resistenza alle azioni dei carichi di esercizio, alle escursioni termiche e ai raggi Uva, allungando la vita utile della pavimentazione. Una pavimentazione più “resistente” abbatte anche il consumo di risorse per la manutenzione, grazie a una maggiore durata. A parità di spessore, una pavimentazione additivata ha, infatti, un incremento della vita utile anche superiore al 50% (in ragione delle condizioni di utilizzo) rispetto a una pavimentazione tradizionale».

COMMERCIO E INDUSTRIA

Dalla sigla della partnership da parte delle due aziende ad oggi, la strada percorsa ha portato, da una parte, al rafforzamento a livello commerciale e, dall’altra, all’approfondimento della collaborazione industriale per sviluppare insieme nuovi compound – cioè materiali composti da più polimeri – in modo da definire nuove materie prime-seconde e sinergie fra diversi processi industriali e destinazioni d’uso. Se, infatti, un punto d’arrivo di questa collaborazione ha riguardato il settore stradale, il futuro può allargarsi ad altre applicazioni, in modo che il riciclo delle plastiche complesse venga valorizzato e, di conseguenza, implementato. «In Italia – conclude Marco Fedrigo – fatto 100 quanto si recupera con la raccolta differenziata, viene selezionato e avviato al riciclo mediamente circa la metà. I.Blu si pone invece l’obiettivo di arrivare all’80% di riciclo».

Dare nuova vita a imballaggi che altrimenti verrebbero conferiti al recupero energetico o finirebbero in discarica è dunque un punto di partenza fondamentale, che può declinarsi in numerose destinazioni d’uso grazie alla simbiosi di diversi comparti industriali.

(Il riutilizzo dei polimeri per la circolarità)

Il progetto MultiCycle

I rifiuti di plastica che si gettano tutti i giorni sono realizzati in numerose tipologie di plastica; se, da una parte, infatti, ci sono le bottiglie di Pet, dall’altra è presente un articolato cosmo di altre componenti fra cui, in termini di complessità, spiccano gli imballaggi accoppiati – come, ad esempio, quelli per alimenti – non costituiti da un unico materiale, ma composti da diverse plastiche o diversi abbinamenti. Il recupero e il riciclo dei multimateriali è una sfida su più livelli, partendo dalla raccolta e dalla selezione dei rifiuti per arrivare fino agli impianti di riciclo in grado di trattarli. Per fare un passo in avanti in questo settore, l’Unione europea ha lanciato il progetto MultiCycle, finalizzato allo sviluppo di un impianto industriale innovativo, concentrato su due segmenti industriali: l’imballaggio multistrato e i compositi termoplastici fibrorinforzati, utilizzati soprattutto nel settore automobilistico. “Ritengo – dichiara Ana Maria Lopez, coordinatrice del progetto – che MultiCycle abbia sostenuto la tesi tecnica, commerciale e ambientale della chiusura del ciclo in categorie importanti di materiali attualmente difficili da riciclare. Ci auguriamo che possa rappresentare un modello di come poter applicare approcci analoghi in altri settori. Ci aiuterà l’Europa a preservare il valore dei materiali e i posti di lavoro qualificati, senza esaurire le nostre risorse planetarie». (A.S.)

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